Martedì 7 Febbraio 2023

Squilla il telefono, “Squadra mobile pronto, …Arriviamo” potrebbe essere la scena di un film, ed è proprio questo che ci ha fatto provare, un tuffo nella cronaca Nera della Milano, non in quella da bere, ma quella degli anni ‘70- ‘80.


Francesco Colucci classe ’43 entra in Polizia nel ’68 , nella sua cariera ricoprirà ruoli importanti come questore ad Aosta, a Lecce, a Genova ed ancora alla Direzione Interregionale del Triveneto, Lombardia ed Emilia Romagna. E’ stato descritto come un poliziotto misurato, un po' come Poirot; nella sua vita ha rilasciato poche intervise, per questo siamo onorati che abbia condiviso con noi alcune sue esperienze in una serata conviviale.
Era una Milano violenta, quella delle bande dai nomi noti come quella della Comasina di Renato Vallanzasca o di Francis Turatello. La malavita gestiva la prostituzione e le bische clandestine, quella di via Cellini era chiamata “circolo degli amici della pittura”, il periodo ha storie simili a quelle degli anni 20 dei gangster americani. Turatello una sera fece irruzione al “circolo del bridge”, gestito da una banda rivale e si facendosi consegnare un assegno da 80.000 lire, un atto di spavalderia, solo per affermare il proprio potere. Contro il dominio delle bande “i buoni” della squadra mobile, che usciva tutte le sere con turni massacranti di notte su tre. Per pattugliare, incontrare informatori e con tanta pazienza ricostruire i fatti. Un aneddoto: Turatello che si accorge di essere pedinato da poliziotti in borghese organizza una messa in scena, chiama la mobile al telefono e li invita tutti a salire nel suo appartamento dove ha preparato un rinfresco.
In realtà l’invito era un pretesto per avere il tempo per nascondere le armi, affidandole ad una vicina compiacente. Un lavoro duro quello dell’ispettore di polizia, quante segnalazioni di cittadini, quanti interrogatori per raggiungere un solo obbiettivo. La vera abilità del poliziotto, stava nel comprendere la verità attraverso allusioni, gesti o mezze parole.
Ci racconta altri aneddoti: rapine eclatanti ai portavalori da mezzo miliardo di lire, sequestri di imprenditori come quello di Carlo Lavezzari, la strage di via Moncucco, l’arresto in autostrada di Turatello e molti altri. Era un mondo diverso, con ruoli definiti “guardie e ladri”, tra i due una forma di rispetto. Il Dott. Colucci ha avuto una vita avventurosa da uomo di legge e ci lascia con un messaggio “la fortuna, si deve create. Un grazi a Franceso e agli uomini come lui che hanno dedicato la vita agli altri.

 

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